Nel Modello DIR è senza dubbio la tecnica del Floor
Time ciò che ha reso questo approccio così famoso: una tecnica
d’intervento, ma anche la filosofia del Modello DIR.
Il Floor Time parte da un’osservazione attenta
dell’interesse naturale del bambino. Non esistono i bambini che non fanno
nulla, e se crediamo che ciò che fanno corrisponde alla loro motivazione e
anche a un modo di regolare il proprio sistema nervoso, sarà un’attenta
osservazione di questo aspetto quella che darà all’operatore la chiave per
entrare nel mondo dei bambini. Entrare nel loro mondo senza pretendere che essi
vengano al nostro, è il primo obiettivo del Floor Time.
Significa entrare nella realtà del bambino per
introdurre progressivamente sfide e portare il bambino alla condivisione,
raggiungendo i migliori livelli delle sue capacità funzionali emozionali. Il Floor
Time vede nei sintomi non solo l’aspetto deficitario, ma anche
un’opportunità per l’interazione.
Approfittare di ciò che il bambino fa e trasformarlo
in un elemento di comunicazione, sarà uno strumento essenziale per educatori e
genitori. I genitori sono spinti a scoprire il potenziale dei loro figli, a
essere più creativi e a trarre vantaggio dalle situazioni quotidiane per
trasformarle in uno strumento di apprendimento.
Da quando nel 2003 si è introdotto il Modello DIR in
Italia molte famiglie hanno lavorato e sono notevoli i successi ottenuti. Anche
diverse scuole, a Roma e Milano, stanno lavorando con un intervento
d’inclusione per i bambini secondo il Modello DIR.
Si tratta di un nuovo percorso appena iniziato ma del
quale si possono già constatare i numerosi vantaggi.
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