sabato 21 gennaio 2012

Il significato del Modello DIR


Il Modello DIR, creato da Stanley Greenspan e Serena Wieder è un modello basato sullo sviluppo che tiene in conto le differenze individuali nel modo in cui ogni bambino riceve informazioni che vengono dal mondo, come le elabora e come dà una risposta, elementi chiave per la costruzione di pattern per il rapporto con l’esterno e il rapporto con le persone. Si tratta anche di un modello centrato sulla creazione di relazioni emotive significative come promotori di sviluppo e d’apprendimento veri.
Il Modello DIR si basa su un’attenta osservazione dell’interesse naturale del bambino, delle sue motivazioni e del suo peculiare modo di interagire con l’esterno per consentire all’operatore di entrare nel suo mondo e, pian piano, portarlo verso un universo di condivisione. Questo è impossibile se non si conosce il profilo individuale di ciascun bambino. Per questo si lascia la generalità per entrare nel mondo d’ogni singolo paziente, elaborando un intervento "su misura", in accordo col profilo individuale di quel bambino.
Propone un modello di sviluppo sano per ogni bambino, relativo alle diverse capacità che dovrebbe maturare nell’arco della vita, fondamentali per la piena espressione dell’intelligenza, dell’affettività e della socialità. Tali capacità sarebbero deficitarie o assenti nei bambini con gravi disordini nella relazione e nella comunicazione.
Secondo il Modello DIR, il bambino deve essere attento e regolato, al fine di imparare a mantenere un rapporto d’intimità con il suo caregiver ed essere un comunicatore di due vie: all’inizio mediante una comunicazione gestuale e poi mediante una verbale più complessa per raggiungere il mondo simbolico ed essere in grado di collegare diverse idee e diversi stati emotivi in una rete complessa cognitiva e affettiva. Il ruolo dell’operatore e della scuola è quello di aiutare i bambini a raggiungere il massimo livello possibile di tali capacità.
Le capacità funzionali emozionali sono, da un lato, una base fondamentale per un sano sviluppo e, dall’altro, danno al bambino, secondo un punto di vista clinico, elementi di lotta contro i sintomi centrali dell’autismo: 
1.    un bambino coinvolto sarà meno isolato; 
2.    un bambino che comincia a comunicare diviene meno rigido, più flessibile, con più o meno deliberata persistenza e incorpora una maggiore informazione del mondo migliorando la sua performance cognitiva.

Lo sviluppo della gestualità gli permetterà di evitare situazioni comportamentali gravi, molte volte come risultato di un sovraccarico sensoriale, per esempio:se un bambino è sovraccarico, in un clima pieno di voci e suoni che lo perturbano, soffre a causa dei suoni e non è in grado di fare nessun gesto per far conoscere quello che lo disturba. Si isolerà e diventerà probabilmente aggressivo per evitare questo sovraccarico di stimoli.
Lo sviluppo della gestualità sarebbe quindi uno strumento per comunicare ciò che provoca questa sofferenza ed evitare comportamenti aggressivi, causati dalla situazione disturbante.
Nel Modello DIR i sintomi dei comportamenti che si esprimono nel Disturbo dello spettro autistico (DSA) sono considerati come problemi derivanti dalla mancanza di modulazione sensoriale e della pianificazione motoria. Per questo motivo è importante conoscere l’individualità di ogni bambino nel suo modo di gestire l’informazioni che riceve dal mondo esterno in tutti i canali sensoriali.
Un ragazzo che vive grossi disagi in tal senso, avrà grandi difficoltà nella possibilità di creare pattern di funzionamento adeguati per muoversi con gli altri.
I progressi nelle neuroscienze considerano fondamentale questo aspetto dei problemi dei bambini affetti da DSA.
Il Modello DIR, facendo riferimento ai risultati delle più recenti ricerche, propone un intervento intensivo, sistematico, allargato e che coinvolge tutti i setting della vita di un bambino. Tiene conto che per raggiungere la riabilitazione non è sufficiente "un’ora di psicomotricità" o "due ore di logopedia", perché la complessità del disturbo implica un programma allargato di riabilitazione.
Questo modello d’intervento coinvolge le famiglie e la scuola: insieme puntano a sviluppare determinate capacità funzionali, ristrette o assenti nel bambino con autismo.

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