mercoledì 25 gennaio 2012

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Per chi ha Facebook vi consiglio questa pagina Lezioni di Musica per bambini affetti da autismo!!!

Ve lo consiglio perchè da consigli, propone eventi e raccoglie interessanti testimonianze.




Buona lettura^^

sabato 21 gennaio 2012

Chiarimento





Gli ultimi due post che ho inserito non sono prettamente legati alla musica,ma vi presentano un modello e una sua applicazione per aiutare i bambini autistici ad uscire dal loro mondo.
Nel sito da cui ho preso queste informazioni ci sono anche molte testimonianze di genitori che hanno lavorato con pedagogisti ed educatori a casa e a scuola con questi metodi: raccontano dei progressi dei bambini^^





















 Sono molto interessanti. Buona lettura!!





La tecnica del "Floor Time"


Nel Modello DIR è senza dubbio la tecnica del Floor Time ciò che ha reso questo approccio così famoso: una tecnica d’intervento, ma anche la filosofia del Modello DIR.
Il Floor Time parte da un’osservazione attenta dell’interesse naturale del bambino. Non esistono i bambini che non fanno nulla, e se crediamo che ciò che fanno corrisponde alla loro motivazione e anche a un modo di regolare il proprio sistema nervoso, sarà un’attenta osservazione di questo aspetto quella che darà all’operatore la chiave per entrare nel mondo dei bambini. Entrare nel loro mondo senza pretendere che essi vengano al nostro, è il primo obiettivo del Floor Time.
Significa entrare nella realtà del bambino per introdurre progressivamente sfide e portare il bambino alla condivisione, raggiungendo i migliori livelli delle sue capacità funzionali emozionali. Il Floor Time vede nei sintomi non solo l’aspetto deficitario, ma anche un’opportunità per l’interazione.
Approfittare di ciò che il bambino fa e trasformarlo in un elemento di comunicazione, sarà uno strumento essenziale per educatori e genitori. I genitori sono spinti a scoprire il potenziale dei loro figli, a essere più creativi e a trarre vantaggio dalle situazioni quotidiane per trasformarle in uno strumento di apprendimento.
Da quando nel 2003 si è introdotto il Modello DIR in Italia molte famiglie hanno lavorato e sono notevoli i successi ottenuti. Anche diverse scuole, a Roma e Milano, stanno lavorando con un intervento d’inclusione per i bambini secondo il Modello DIR.
Si tratta di un nuovo percorso appena iniziato ma del quale si possono già constatare i numerosi vantaggi.

Il significato del Modello DIR


Il Modello DIR, creato da Stanley Greenspan e Serena Wieder è un modello basato sullo sviluppo che tiene in conto le differenze individuali nel modo in cui ogni bambino riceve informazioni che vengono dal mondo, come le elabora e come dà una risposta, elementi chiave per la costruzione di pattern per il rapporto con l’esterno e il rapporto con le persone. Si tratta anche di un modello centrato sulla creazione di relazioni emotive significative come promotori di sviluppo e d’apprendimento veri.
Il Modello DIR si basa su un’attenta osservazione dell’interesse naturale del bambino, delle sue motivazioni e del suo peculiare modo di interagire con l’esterno per consentire all’operatore di entrare nel suo mondo e, pian piano, portarlo verso un universo di condivisione. Questo è impossibile se non si conosce il profilo individuale di ciascun bambino. Per questo si lascia la generalità per entrare nel mondo d’ogni singolo paziente, elaborando un intervento "su misura", in accordo col profilo individuale di quel bambino.
Propone un modello di sviluppo sano per ogni bambino, relativo alle diverse capacità che dovrebbe maturare nell’arco della vita, fondamentali per la piena espressione dell’intelligenza, dell’affettività e della socialità. Tali capacità sarebbero deficitarie o assenti nei bambini con gravi disordini nella relazione e nella comunicazione.
Secondo il Modello DIR, il bambino deve essere attento e regolato, al fine di imparare a mantenere un rapporto d’intimità con il suo caregiver ed essere un comunicatore di due vie: all’inizio mediante una comunicazione gestuale e poi mediante una verbale più complessa per raggiungere il mondo simbolico ed essere in grado di collegare diverse idee e diversi stati emotivi in una rete complessa cognitiva e affettiva. Il ruolo dell’operatore e della scuola è quello di aiutare i bambini a raggiungere il massimo livello possibile di tali capacità.
Le capacità funzionali emozionali sono, da un lato, una base fondamentale per un sano sviluppo e, dall’altro, danno al bambino, secondo un punto di vista clinico, elementi di lotta contro i sintomi centrali dell’autismo: 
1.    un bambino coinvolto sarà meno isolato; 
2.    un bambino che comincia a comunicare diviene meno rigido, più flessibile, con più o meno deliberata persistenza e incorpora una maggiore informazione del mondo migliorando la sua performance cognitiva.

Lo sviluppo della gestualità gli permetterà di evitare situazioni comportamentali gravi, molte volte come risultato di un sovraccarico sensoriale, per esempio:se un bambino è sovraccarico, in un clima pieno di voci e suoni che lo perturbano, soffre a causa dei suoni e non è in grado di fare nessun gesto per far conoscere quello che lo disturba. Si isolerà e diventerà probabilmente aggressivo per evitare questo sovraccarico di stimoli.
Lo sviluppo della gestualità sarebbe quindi uno strumento per comunicare ciò che provoca questa sofferenza ed evitare comportamenti aggressivi, causati dalla situazione disturbante.
Nel Modello DIR i sintomi dei comportamenti che si esprimono nel Disturbo dello spettro autistico (DSA) sono considerati come problemi derivanti dalla mancanza di modulazione sensoriale e della pianificazione motoria. Per questo motivo è importante conoscere l’individualità di ogni bambino nel suo modo di gestire l’informazioni che riceve dal mondo esterno in tutti i canali sensoriali.
Un ragazzo che vive grossi disagi in tal senso, avrà grandi difficoltà nella possibilità di creare pattern di funzionamento adeguati per muoversi con gli altri.
I progressi nelle neuroscienze considerano fondamentale questo aspetto dei problemi dei bambini affetti da DSA.
Il Modello DIR, facendo riferimento ai risultati delle più recenti ricerche, propone un intervento intensivo, sistematico, allargato e che coinvolge tutti i setting della vita di un bambino. Tiene conto che per raggiungere la riabilitazione non è sufficiente "un’ora di psicomotricità" o "due ore di logopedia", perché la complessità del disturbo implica un programma allargato di riabilitazione.
Questo modello d’intervento coinvolge le famiglie e la scuola: insieme puntano a sviluppare determinate capacità funzionali, ristrette o assenti nel bambino con autismo.

venerdì 20 gennaio 2012

Video

Vi metto anche il link per vedere cos'è e come viene usato questo strumento rivuluzionario: video

E' straordinario come strumento.


Buona visione e buon ascolto^^

La musica elettronica fa bene ai bimbi autistici


Far breccia nel muro di incomunicabilità che circonda le persone affette da disturbi autistici utilizzando lo strumento musicale più incredibile che sia mai stato inventato. È questa la nuova strada che ha deciso di percorrere un gruppo di ricercatori canadese dopo i primi i primi incoraggianti risultati con il ReacTable.
Questo strumento elettronico che consente a più esecutori di muovere e ruotare oggetti solidi su un tavolo luminoso interattivo creando stupefacenti effetti acustici e visivi, all'apparenza sembra solo un gioco musicale "collaborativo" molto divertente. E in effetti adulti e bambini sembrano rimanerne ipnotizzati .
Tuttavia si tratta di un vero e proprio strumento musicale ideato nel 2003 da un gruppo di ricerca capitanato da Sergi Jordà dell'Università Pompeu Fabra di Barcellona, usato anche dalla cantante Bjork per la prima volta durante il Coachella Festival 2007 in California, che consiste in un'interfaccia utente data da un touchscreen posizionato sul piano superiore di un tavolo su cui si usano numerosi dadi per creare e modificare varie forme d'onda che andranno a generare un pattern sonoro.
La relazione fra questi oggetti emula infatti la struttura di un sintetizzatore analogico modulare e il loro movimento genera una serie complessa di mutazioni nei parametri dei diversi moduli sonori simultaneamente a un movimento luminoso sincronizzato. Una telecamera posta sotto il ReacTable analizza la posizione e l'orientamento dei diversi oggetti solidi mentre un proiettore genera, in completa sincronia con gli eventi sonori prodotti dagli esecutori, un light show interattivo.
Ora però il ReacTable avrebbe rivelato anche sorprendenti potenzialità terapeutiche grazie a uno studio preliminare condotto da Olivier Lalonde, un ricercatore canadese esperto in tecnologie del suono, su pazienti autistici.
Lui e il suo gruppo hanno infatti  effettuato un test pilota per verificare l'utilità del ReacTable nel trattamento dei problemi sociali e comunicativi di queste persone, ottenendo risultati sorprendenti dopo soli otto giorni. I sette bambini autistici a cui hanno fatto suonare lo strumento nel corso di tale periodo hanno mostrato segnali significativi di miglioramento nelle relazioni sociali e nella connessione con il mondo. Il livello di partecipazione dei bambini coinvolti è aumentato nel tempo e sono emerse chiare preferenze musicali, che escludono i suoni più aggressivi e dissonanti.

Secondo il ricercatore, gli stimoli visivi, acustici e tattili dello strumento riescono a penetrare nella loro barriera di isolamento. Il prossimo progetto è creare dei giochi con ReacTable attraverso i quali gli educatori possano aprire un canale di comunicazione con i bambini.

(http://arteesalute.blogosfere.it/2009/11/la-musica-elettronica-fa-bene-ai-bimbi-autistici.html)

mercoledì 18 gennaio 2012

Definizione di musicoterapia


La musicoterapia è una disciplina di medicina alternativa che utilizza la musica, una forma di comunicazione non-verbale, come strumento per intervenire sul disagio di persone malate o affette da handicap, agendo soprattutto a livello psicosomatico.
Sin dall'antichità si hanno notizie sull'utilizzo della musica come terapia; oggi le conoscenze in quest'ambito sono sicuramente maggiori e i musicoterapeuti sono ormai figure professionali con alle spalle un'ampia e approfondita preparazione. Infatti elemento fondamentale è il rapporto che si stabilisce tra paziente e musicoterapeuta, dove il linguaggio per comunicare è dunque quello della "musica", dove per "musica" s'intende l'intero mondo del suono e cioè:
·         suono e ritmo,
·         suono e movimento,
·         vocalità.
Il concetto di musicoterapia come tale si sviluppa solo all'inizio del secolo scorso e seppure non sia ancora annoverata tra le tecniche mediche riconosciute ufficialmente dalla medicina tradizionale, essa diviene un supporto importante ed utilizzata per svariate tipologie di malattie, prevalentemente di origine nervosa.
I principi base della pratica musicoterapeutica sono:
·         il paziente è assolutamente parte attiva della terapia;
·         la centralità del rapporto di fiducia e l'accettazione incondizionata rispetto al paziente;
·          l'adattamento e la personalizzazione della tecnica volta per volta;
·          scambio reciproco di proposte tra paziente e musicoterapeuta.
La musica dà alla persona malata la possibilità di esprimere e percepire le proprie emozioni, di mostrare o comunicare i propri sentimenti o stati d'animo attraverso il linguaggio non-verbale.
Tipico è il caso degli individui affetti da autismo, cioè individui che sono in una condizione patologica della personalità, per cui tendono a rinchiudersi in se stessi rifiutando ogni comunicazione con l'esterno. La musica dunque permette al mondo esterno di entrare nella mente del malato, favorendo l'inizio di un processo di apertura.
La Musicoterapia si divide in tre rami principali:
·         la Musicoterapia recettiva
·          la Musicoterapia attiva
·          la Musicoterapia integrata
Nella Musicoterapia recettiva al paziente viene fatta ascoltare musica registrata o eseguita dal vivo dal terapeuta.
La Musicoterapia attiva si basa invece sull'applicazioni di tecniche che prevedono una partecipazione creativa sia dell'utente che dell'operatore. Tra le tecniche maggiormente usate ci sono:
·         l'improvvisazione musicale
·         il dialogo sonoro
·         la composizione di canzoni (songwriting)
·         il movimento sulla musica
·         il canto e la vocalizzazione
Il paziente diventa soggetto attivo, partner musicale (per questo non è necessario che il paziente abbia avuto alcuna formazione musicale precedente). Questo tipo di musicoterapia è riuscita a volte ad attenuare blocchi neurologici seri.
La musicoterapia integrata utilizza elementi della musicoterapia attiva, elementi della musicoterapia passiva e elementi di altre metodologie e discipline (ad esempio training autogeno, fantasia guidata, tecniche di visualizzazione, yoga).
La musicoterapia viene utilizzata anche con finalità preventiva.
Fruttuoso in italia il contributo del progetto anziani musicoterapia sulla ricerca e applicazione della musicoterapia con Anziani e malati di Alzheimer. Il gruppo tutt'ora attivo organizza ogni due anni un convegno nazionale di raccolta dati ed esperienze provenenti da ogni parte d'Italia.

(http://www.centroestetico-roma.it/medicina/musicoterapia.html)